Ho da poco terminato di montare i titoli di coda di un’opera che mi ha impegnato per tre anni anche se è stata fatta nei famosi Ritagli di Tempo. Un’opera per di più che verrà vista, forse, da un ristrettissimo gruppo di persone e quindi difficile da definire un’opera.
Potevo intitolare questo post anche “36: la nemesi di tutte le diapositive” perché l’opera in questione è il film dei primi 36 mesi di Leo condensati, per così dire, in un’ora e trentacinque minuti. Si potrebbe quasi dire che ho visto mio figlio crescere attraverso l’oculare di una macchina da presa.
Come le celebri diapositive, spauracchio di ogni ritorno dalle vacanze, anche questo film è un qualcosa che interessa solamente le persone che ci sono finite in mezzo e forse manco quelle. A differenza però della serata diapositiva, qui la sofferenza è su richiesta, on demand come dicono le tv a pagamento. Solo chi vorrà il link potrà autoflagellarsi.
In verità questo film è un po’ un piano alternativo all’idea che avevo avuto ai tempi della Notizia. Il progetto che avevo in mente era più ambizioso e mirava a illustrare all’erede in che contesto socioeconomico fosse nato e con quali persone intorno. Era il 2011 e il film si doveva chiamare “Benvenuto Puccettino”. Ben presto mi sono accorto che la questione era molto complessa e che raccontare il proprio tempo senza una distanza di sicurezza avrebbe distorto un po’ le cose. Così di quell’idea è rimasto solo un trailer e non so se mai avrò la forza di concluderlo.
36 parte proprio dall’ultimo fotogramma del trailer di “Benvenuto Puccettino” e prosegue per appunto 36 mesi. Del contesto storico e sociale non è rimasto praticamente nulla se non qualche sporadica notizia dalla tv e tutto ruota intorno all’Essere Leo. Un po’ being Leo Malkovich e molto The Truman Leo Show.
Dalla prospettiva di chi l’ha realizzato c’è, a tre anni dall’inizio, una gamma di emozioni varie e anche un po’ strane. In primis, essendo autore non solo del filmato, ma anche del protagonista dello stesso, scopro quante cose la mia memoria ha rimosso di quei frenetici mesi passati a capire il funzionamento di questo nuovo organismo.
Sono mesi in cui ci si concentra su molte cose e su nulla in particolare e la trasformazione è talmente rapida da non rendersi conto del passato recente, nemmeno nelle forme. Ci si focalizza soprattutto sul presente e tutto il resto evapora in un ricordo sfuocato. E’ qui che si vede tutto il limite della fotografia rispetto alle immagini e ai suoni in movimento.
Potrei anzi affermare che di questo filmato il protagonista vero è il Tempo e il suo effetto su un corpo umano. Effetto che nei primi 36 mesi è di una forza dirompente trasformando una specie di ameba che mangia, dorme e fa la cacca in una persona che articola pensieri, parole, balla e canta. Oltre ovviamente a continuare a mangiare, dormire e, spesso, fare la cacca.
Un effetto collaterale di tutto ciò è che mi è praticamente preclusa ogni ulteriore figliolanza. Come potrei spiegare a un secondo genito perché non ho realizzato un film sui suoi primi 3 anni? Dirgli che semplicemente non ne avevo più voglia non farebbe che aggravare la Famosa Tara presente di fabbrica in tutti i fratelli minori. Meglio di no.
Per info: alex@fairy-tails.org