FILM NON ACCIUGHE AL LIMONE

Non ce l’ho fatta.
A fare?
A scriverlo.
Cosa?

Sono letteramente settimane che penso a un post di quelli un po’ controcorrente.
Tipo a un pezzo pro Fabrizio Cicchitto.
Uno dei cortigiani più servili del Silvio, uno che ha passato la vita a tradire se stesso, uno che ne ha combinate di ogni pur di restare nel club e soprattutto uno di quei terribili figuri della maledetta Kasta. Avevo anche studiato la sua biografia, vita morte e miracoli e alla fine ho cercato in tutti i modi di scriverne bene, guardando ai risvolti umani delle sue scelte tragiche, umanizzandolo come un Falstaff denoiartri…
Niente. Non mi è venuto. Il Fabrizio è il genere di uomo che riesce ad essere intollerabile anche quando cerca di essere simpatico. Tipo il suo coccodrillo per la morte dell’amabile Renato Nicolini. E’ riuscito a usare anche quella dichiarazione per dire che egli (il Renato) era sì bravo, ma comunque il centrosinistra è composto da una manica di stronzi. Quindi no. Non ci riesco a parlarne bene.
Cioè bene. “Pro Fabrizio” (questo era il titolo del post) voleva dimostrare che al confronto dell’inquisizione spagnola che ci aspetta (tipo Grillo, Travaglio, Santoro, etc.) e di quello che vediamo fare da questi stessi (insulti, delazioni, croci sulle facce degli altri leader, magia nera e bianca, auspici di processi popolari etc.) la gente come il Fabrizio alla fine ci sarebbe sembrata, anzi sarebbe sicuramente stata, più democratica.
Poi mi è passata sotto gli occhi questa foto.

E ho pensato. Ma cheddiavolo perdo tempo a baloccarmi nel menopeggismo di stampo partitodemocratico quando ci sono storie molto più interessanti nel mondo come quella di questi due personaggi.
Che mi potreste dire: son 2 vecchi usciti da una canzone di Paolo Conte (“di due messi lì in un brutto tinello marron” – Son qui con te sempre più solo – Album Paolo Conte).
Che? Altro che tinello marron. Questi 2 han fatto la Storia. La S maiuscola toria.
Che se fossi davvero un reggista (con 2 g) starei già a scrivere la sceneggiatura di una delle storie più interessanti e appassionanti che l’Europa ha vissuto con me vivente et spettatore pure. Una storia per giunta a lieto fine in un momento in cui l’Europa avrebbe bisogno di riconoscersi in un pugno di ideali più alto che non far alzare lo spread.

Che io c’ho due idee di film lungo che vorrei fare nella vita. Anche tre o quattro volendo, ma se mi dicessero ne puoi fare solo due direi: la prima è la trasposizione del cartone anni ’70 Daitarn 3, uno dei più buffi e scanzonati. Dieci volte meglio dei transformers! So già come farlo dalla prima all’ultima inquadratura.
La seconda è un film sulla Polonia di Walesa e Jaruzelski. Che solo su Jaruzelski ci si potrebbe fare una trilogia, il più anticomunista dei comunisti, uno che ha visto cose che nemmeno i nexus 7 hanno visto alle porte di Orione.
Una cosa da trattare alla modalità di Pontecorvo, tra “La battaglia di Algeri” e “Ogro”, ma con un’attenzione ai personaggi da Milos Forman.
E io che sto a pensare per settimane a come riabilitare Cicchitto.
Se mi incontro allo specchio mi sputo.

Pubblicità