*Reinterpretazione del titolo di un libro di D.F.Wallace che racconta la sua esperienza in crociera “Una cosa divertente che non farò mai più”.
Il termine “riminesco” in alcune regioni della mia famiglia ha da sempre una connotazione negativa. Per alcuni miei parenti è sinonimo di scomposto affollamento di umani, chiasso molesto, sabbia che tediosamente ti si infila tra le mutande, casino. E’ un termine tipicamente usato in quegli ambienti un po’ snob tipici della sinistra chic che tanto danno hanno recato al paese non venendo capiti dalla massa di elettori che li hanno sempre, a loro volta, snobbati. E’ quell’atteggiamento che ha fatto sì che da ragazzo abbia passato le mie estati tra boschi liguri e isole sperdute del mediterraneo. Entrambi paesaggisticamente encomiabili e pochissimo rimineschi, ma con un impatto del tutto tragico sulla mia vita sociale e conseguentemente sessuale.
Provate voi anche solo a limonare con qualcuno o qualcosa nel mezzo della macchia mediterranea a minimo 15km dal primo centro abitato. Sarà già buono se avrete una copula passiva con un cinghiale. A me nemmeno quella. A salvarmi da una vita di castità arrivò poi una ragazza, ma ero ormai nel tardo liceo e poi questa è un’altra storia. Una storia adriatica.
Perché a salvarmi dall’ignoranza loci (mi piace usare il latino ad favam) è arrivato Leo (cioè mio figlio di un anno e mezzo) e la crisi economica. Mi chiedo se questa combinazione sia frutto del caso o meno. Magari è solo una mia sensazione, ma mi sembra che proprio in concomitanza della crisi i miei coetanei si siano messi a investire in figli. E ciò sembrerebbe un controsenso perché oggi più che mai un figlio è l’opposto di un investimento economico (“the opposite of an economic investment”. P.Krugman Premio Nobel per l’economia). Invece, a sancire la morte definitiva (finalmente) dell’edonismo reaganiano vedo un sacco di bimbi nuovi. Anche perché, effettivamente, per quanto il mondo degli oggetti sia sempre più suadente non esiste nulla al mondo che possa sostituire la bellezza di sentirsi chiamati papà da un essere alto 82 centimetri. Ma questa è un’altra storia. Questa è una storia riminesca.
La prima cosa che ho scoperto è che sulla riviera romagnola puoi scegliere il livello di coinvolgimento che preferisci. L’offerta, infatti, spazia dai patiti della discoteca fino alle 6 del mattino al convento benedettino e abbraccia praticamente ogni fascia di età. Chiaramente, esistono città più vicine a un pubblico supergiovane et spensierato e altre più inclini alla sobrietà montiana, ma in ogni luogo si cerca di soddisfare il più vasto pubblico possibile. A volte ciò porta a curiosi accostamenti: funzioni religiose seguite a breve distanza di tempo e spazio da danze popolari, bande di paese, break dancer. Così si soddisfa sia l’anima che l’animo.
Altra cosa che si impara ad apprezzare subito è la FAR, la Famosa Accoglienza Romagnola. Se l’Italia fosse popolata da emiliani-romagnoli sarebbe il posto più gentile d’Europa. Il turista non solo è rispettato, ma effettivamente coccolato e in modo da farlo sembrare disinteressato. Magari è stata solo fortuna, ma anche il più piccolo problema il romagnolo, come il migliore dei Mister Wolf, in breve, te lo risolve. La Romagna sarebbe il posto giusto dove disfarsi di un cadavere che ti ha imbrattato i sedili posteriori dell’auto di sangue. Io comunque credo poco alla fortuna. Sono stato troppo tempo in Liguria e in Sicilia per credere alla fortuna.
Il romagnolo è efficiente e tende a pulire tutto. Le strade, le piazze, la sabbia. Sono un po’ svizzeri i romagnoli. O forse perché si adeguano al turismo crucco che apprezza più di noi queste sottigliezze e che, infatti, affolla in massa questi litorali.
Come Casadei (Raul) comanda.
Un’altra cosa curiosa del posto in cui ero consiste in quel misto di ordine e libertà anche qui un po’ crucco e lontano dai normali parametri italici. Le tavole delle leggi sono poche, qualche cartello in giro giusto a ricordare alcuni principi base di convivenza, ma molto meno che in altri posti (tipo la simpatica Liguria) dove ti elencano anche cosa puoi o non puoi mangiare e quanto rumore in decibel puoi produrre nell’arco di una giornata. E’ sull’esecuzione della legge che si nota maggiormente la differenza. Dal nulla sbucano tizi a ricordarti, sempre gentilmente, che questo o quello non va. Per esempio, non sceglierei la romagna per suicidarmi gettandomi tra i marosi. Verrei ripescato al primo sorso d’acqua dal bagnino fantasma che poi mi farebbe anche la ramanzina per il mio atto scellerato. Se l’Italia fosse popolata da romagnoli il codice civile e penale probabilmente avrebbero la dimensione di un pamphlet, ma questa è un’altra storia. Una storia di mare e terra.
Sì ma il mare?
Mettiamola così. Dalle ore 7 alle 9,30 del mattino e dalle 18,30 al tramonto il mare è quasi caraibico. Pulito, cristallino, bandiera blu etc. etc. che ti verrebbe voglia di berlo. Nelle altre ore varia a seconda dell’uso e dell’onda da un colore grigio topo alla pozzanghera di fango. Perché il tipo di sabbia e il fondale piuttosto basso per diverse decine di metri fa sì che bastino poche persone o un’onda appena un po’ violenta per intorbidire il tutto. La sabbia non è il mio ideale e ha questa tendenza a seguirti per chilometri anche lontano dalla spiaggia. Si affeziona diciamo. Però è estremamente ludica e Leo, come la maggior parte dei bambini, ne apprezzava la morbida e fuggevole consistenza, nonché il fatto di avere tra le mani un’inesauribile occasione di creazione e distruzione di forme e formine. Si aggiungano conchiglie di ogni fattezza, pesci che ti si infilano tra le gambe, nonché centinaia di granchi facilmente catturabili (io mi rendevo la vita più complessa catturandoli a mano per non ferirli, una sorta di buonismo veltroniano per nulla di esempio per il resto dei bagnanti) per rafforzare la sensazione di stare in un luogo salubre.
Dove poi non domina l’ombrellone, sulla spiaggia è un fiorire di giochini per grandi e piccini, sempre ben tenuti, dalle forme bizzarre e un poco circensi.
Se quindi il romagnolo ha saputo usare diligentemente la risorsa marina, lo stesso non si può dire di quella terrestre. Nonostante un terreno pianeggiante e facilmente organizzabile lo sviluppo edilizio è in molti casi disordinato e spesso portato all’eccesso. Anche perché a differenza di altre zone d’Italia ricche di ecomostri solo abbozzati il romagnolo, purtroppo, finisce ciò che ha iniziato con l’efficienza crucca già accennata in precedenza. Tra Rimini e Cattolica se ne vedono di ogni. Zone ben curate con case anche pregevoli (Rimini è in diverse parti anche molto bella), ma subito compensate da caserme in stile sovietico a due passi dal mare appiccicate l’una all’altra. Sembra che molte amministrazioni abbiano dato agli architetti la licenza di uccidere. Il paesaggio. Tipo quando dal nulla sorgono tre grattacieli di una bruttezza indescrivibile praticamente appoggiati sul mare pensi al geometra dell’ufficio tecnico del Comune e alla sua nuova piscina. E all’incazzatura di quelli che pochi anni prima avevano la vista mare. Il verde, almeno sulla costa, è piuttosto scarso. Se l’Italia fosse la Romagna sarebbe un unico palazzone. Ben curato, con due piantine per ogni piano e una lunga pista ciclabile a circondarlo. Ma questa, di nuovo, è un’altra storia. E’ una storia con un po’ di finzione.
Un giorno, verso il tramonto, sulla battigia semideserta io e Leo incontriamo un bambino di circa 5 anni che ricorda moltissimo Brad Pitt. La somiglianza non era casuale, perché, poco dopo, compare Brad Pitt.
Ci presentiamo, è molto simpatico, ammetto di essere un po’ emozionato, ma subito cala un silenzio imbarazzato. Brad ha lo sguardo fisso verso il mare. Sembra rimuginare qualcosa con l’atteggiamento del Bronzo di Riace.
Non so bene cosa fare o dire e quindi rimango a guardare il mare anche io rimuginando qualcosa nell’atteggiamento del secondo Bronzo.
Dopo un periodo che mi è parsa una mezza eternità Brad sbotta, sempre con lo sguardo fisso verso il mare.
Dai chiedimelo.
No vabbè.
Dai, coraggio. So che vuoi saperlo.
Sì è vero. Brad ma che cazzo ci fai a Misano Adriatico?
Ci faccio quello che ci fai tu. Delle vacanze rilassanti e piacevoli in famiglia lontano dai fastidi quotidiani.
Sì ma tu potresti comprarti un’isola deserta.
Non mi pare il momento di esibire il proprio status e poi la gente di qui mi piace. Sono gentili, premurosi, sembra di stare in crociera senza lo svantaggio del mal di mare e dell’equipaggio vestito da maggiordomo. E poi la città sembra un set cinematografico d’altri tempi. Le case color pastello, gli alberghi sul mare ricordano gli anni ’60 quando tutto sembrava accessibile per tutti. E qui effettivamente la promessa sembra mantenuta.
Quando Brad parla sono pietre che rotolano. Quando uno lo vede sullo schermo pensa: è un bel manzo, ma poi se lo conosci scopri che ha anche un bel cervello. Che invidia. Io sono solo un bel manzo.
Foto cartolinose by me & Sony Rx100.