Negli occhi di un indigeno primitivo di un pianeta non meglio specificato si coglie per un lungo istante lo stupore nel vedere un’astronave emergere dall’oceano. Lo sguardo di noi spettatori incrocia il suo e trasforma lo stupore in gioia infantile, come se a sollevare l’astronave ci fosse la mano di un grande bambino che gioca in un proprio universo inventato. Dove tutto può accadere, tutto si può avverare, si può correre, saltare, volare, apparire e scomparire, distruggere e ricreare le cose.
Ma ora scusate devo tornare a far volare l’Enterprise…